Il Colonnello Giovanni Interdonato
Tutto ebbe inizio nella seconda metà dell’800 quando il Colonnello Giovanni Interdonato dopo aver governato in nome dei Savoia buona parte del Messinese, si ritira a vita privata occupandosi di agrumicultura, e da un incrocio ottenuto tra un cedro e un limone “ariddaru“, ottenne un frutto di dimensioni medio grandi, con sapori delicati e poco acidi, a cui diete il suo nome “LIMONE INTERDONATO”.
Ben presto la fascia jonica messinese, ma soprattutto le valli della fiumara del Nisi, si ricoprirono di limoneti varietà Interdonato, coltivati su terrazzamenti di pietra a secco, tutt’ora esistenti, l’eccellente qualità del prodotto conquistò una buona fetta di mercato, specialmente quello inglese dove il limone Interdonato divenne un limone da tè molto apprezzato per dolcezza, aroma e ricchezza di succo a bassa acidità.
Il limone Interdonato venne anche chiamato “fino”, perché ha una buccia dalla grana finissima, va raccolto con l’utilizzo di forbici ed è appoggiato nel cesto in modo delicato, anche la lavorazione in magazzino va fatta con cura, per evitare che si danneggi, ed ancora “speciale” in quanto è una varietà di limone piuttosto precoce, si inizia a raccogliere a settembre e le sue caratteristiche sono la pezzatura medio grande, la forma tipicamente ellittica, l’epicarpo sottile, con buccia dalla grana finissima e poco rugosa che abbonda di oli essenziali dal profumo delicato, il colore che all’inizio della maturazione è verde opaco tende poi a virare sul giallo, la polpa di colore giallo, la quasi assenza di semi e soprattutto la bassa acidità, non ultimo, l’irrigazione che in tanti fondi viene effettuata utilizzando l’acqua proveniente da gallerie filtranti o da trafori torrentizi naturali